05 Dec Hatha Yoga, l’equilibrio di forze opposte
Questo mese abbiamo approfondito la ricerca di significato nel nostro percorso Yoga e oggi voglio esplorare con te il significato del termine Hatha Yoga. Ad ogni incontro ci troviamo sul nostro tappetino per praticarlo, ma che cosa vuol dire questo termine?
In sanscrito, la lingua in cui viene tramandata la tradizione yoga, “Ha” significa “sole” e “Tha” significa “luna”. Mettendoli vicini, Hatha indica il percorso che porta ad equilibrare queste due forze che ci abitano.
Con il sole ci riferiamo alla forza vitale che attiva e scalda, all’energia maschile che brucia, trasforma, accelera, dirige. La sperimentiamo ad ogni inspirazione, quando attiviamo la muscolatura per espandere il torace e accogliere l’ossigeno che ci nutre. L’inspirazione è espansione, comprensione dell’aria, contrazione muscolare.
Con la luna ci riferiamo alla forza rilassante che distende e rallenta, all’energia femminile che raffredda, ammorbidisce, riposa e rigenera. La sperimentiamo nella fase di espirazione, quando l’aria esce passivamente e porta con sé tensioni e scorie. L’espirazione è riduzione, decompressione dell’aria, rilassamento muscolare.
Siamo costantemente attraversati da queste due forze, che sono parte di noi e che ci rendono vitali e stabili. Non sempre, però, ne siamo consapevoli e a volte lasciamo che una delle due prenda il sopravvento nella nostra esperienza.
Con la pratica, troviamo la concentrazione necessaria per accorgercene e portare la nostra mente a osservare questi disequilibri e ad assumere diverse posture, o asana, finché l’armonia si ristabilisce.
Se Yoga significa unità, quello stato di unione tra corpo-mente-cuore che ci porta a stare bene, Hatha Yoga è la tipologia di pratica che utilizza il corpo per condurci verso questo stato.
Capire la meccanica del corpo, creare una certa atmosfera e adottando determinate posizioni per dirigere le energie è quello di cui si occupa Hatha Yoga. Non si tratta di esercizio fisico, ma di qualcosa in più. Se consapevolmente ci immergiamo in una qualsiasi delle infinite asana tramandate dalle varie tradizioni yoga, possiamo riuscire a elevare la nostra coscienza.
Questo avviene quando riusciamo a mantenere la posizione a lungo, lasciando che il corpo si stabilizzi in quella forma e che venga attraversato da più fasi respiratorie, in modo da darci l’opportunità di sperimentare sempre qualcosa in più. A ogni ciclo, attiviamo la muscolatura per stabilizzare la postura e poi rilassiamo la muscolatura per trovare comodità. Piano piano, la mente si stabilizza e tutti quei pensieri distraenti si assorbono nell’attenzione sul corpo, fino a lasciarci silenziosi, stabili e comodi. Sereni.
Con le parole del Maestro Gerard Blitz, “In asana bisogna seguire la respirazione, la manifestazione del ritmo del nostro corpo, e non quello troppo rapido del nostro mentale. La respirazione riflette questo ritmo del corpo.”
Ovviamente dobbiamo darci del tempo per provare e riprovare, per muoverci al nostro ritmo naturale accogliendo il concetto di “giusto sforzo” finché raggiungeremo stati di equilibrio sempre più profondo. Bisogna rinunciare allo sforzo-forza per accogliere uno stato di infinità ed equilibrio.
Da qui alla vita quotidiana, il passo è più breve. Sperimentando regolarmente momenti di equilibrio psicofisico sul tappetino, possiamo portare con noi questo benessere anche quando affrontiamo il mondo. Possiamo ricordarci di questo stato di serenità e allontanarci da quell’idea di separazione che fa parte della nostra condizione umana. Così, tutto sarà più fluido, più semplice, più Yoga.
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