06 Jan Om, l’inizio della consapevolezza
Lo cantiamo in ogni pratica, all’inizio, alla fine o in tutte e due le occasioni. C’è chi lo ripete tante volte, c’è chi lo ascolta vocalizzato da altri, c’è chi lo recita mentalmente anche per tutto il giorno. Per molti è una grande sfida, per altri è fonte di imbarazzo e per chi lo pratica già da un po’ è un momento di pace. Ma che cosa significa e soprattutto perché cantiamo il mantra Om?
Om o Aum è il suono che ci conduce verso le profondità della concentrazione, la porta per un’attenzione più profonda, il sigillo di quell’intenzione di pace e focus che fa scaturire una pratica sincera e autentica.
Secondo i testi più antichi della tradizione indù è il primo suono che ha generato l’universo, è la manifestazione con cui la divinità suprema Brahma ha espresso la volontà di creare il mondo come lo conosciamo e viviamo.
Questa sillaba, che è anche detta Maha Mantra, ovvero il grande mantra o mantra superiore, è connessa con le qualità energetiche di qualcosa che inizia: un potenziale che si esprime, un entusiasmo che si manifesta con tutta la sua forza.
Sono tante le tradizioni che ne parlano e che la utilizzano, ognuna dando significati e sfumature leggermente differenti. Possiamo divertirci a leggere approfondimenti e traduzioni, ma secondo me sono cinque le cose da ricordare per migliorare la nostra pratica:
- Om è un suono che ci permette di calmare la mente grazie alle vibrazioni che produce all’interno della nostra scatola cranica e della cassa toracica. Possiamo sperimentarlo ascoltando gli effetti che ha ad ogni ripetizione e farne il nostro oggetto di attenzione per iniziare una piccola meditazione.
- Il canto del suono Om all’inizio della pratica è un ottimo modo per confermare la nostra intenzione e ricordarci che ci stiamo raccogliendo nel silenzio e nell’ascolto interiore. Ripeterlo ogni volta è un rituale che ci aiuta a entrare in profondità nella conoscenza di noi stessi e dello yoga.
- Possiamo recitare Om mentalmente per sostenere la concentrazione sia mentre ci impegniamo nella sequenza di asana, sia mentre stiamo per un po’ di tempo nella stessa posizione, esplorandola, sia quando siamo seduti in meditazione. Inoltre, possiamo ripeterla anche mentre compiamo le nostre azioni quotidiane e ci permetterà di tenere la mente impegnata e quindi leggera.
- Quando ripetiamo il mantra Om con il suono della voce, dobbiamo fare un bel respiro profondo che comprende una inspirazione intensa e una lunga espirazione. Qui è importante dosare la fuoriuscita dell’aria dalla bocca per mantenere un tono basso, regolare, piacevole e lungo. Così facendo, svuoteremo completamente i polmoni con un piccolissimo sforzo e permetteremo al nostro organismo di purificarsi.
- Una volta completato il canto dell’Om i nostri polmoni sono pronti per riempirsi di nuovo: possiamo regalarci un respiro profondo, intenso, ampio e rigenerante, utilizzando tutta la capacità della nostra cassa toracica e l’estensione del nostro diaframma. Osservare come il corpo si prende l’aria di cui ha bisogno è una bellissima occasione per ascoltare e soddisfare i nostri bisogni e goderne in silenzio per un po’.
Buona pratica!
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