28 Jun Pranayama, l’energia del respiro
Il quarto tassello del percorso di crescita attraverso lo yoga è Pranayama, la consapevolezza della nostra energia vitale attraverso il respiro.
Prana è l’energia che permea di vita tutto il creato, è quella forza di vita che si muove continuamente in un infinito fluire, che nella tradizione cinese si chiama Qi e in quella giapponese Ki.
Tutte le cose che possiamo vedere, sentire, toccare in questo mondo avvengono per mezzo di prana. Così, anche il nostro stesso corpo, la mente e tutto il nostro sistema interno funzionano perché c’è prana.
Questa energia non è mai uguale a se stessa e scorre tra noi e il mondo, tra noi e gli altri esseri in un continuo scambio. La percepiamo quando ad esempio entriamo in una stanza dove c’è gioia, quando andiamo a un funerale, o quando semplicemente siamo scarichi. Possiamo percepirla quando pratichiamo tecniche di guarigione come la Pranoterapia, lo Shiatzu, il Reiki… Oppure quando pratichiamo yoga.
La pratica in sala yoga ci aiuta ad ascoltarci, ad ascoltare la nostra parte energetica e ci allena a percepire il sottile, l’invisibile che ci abita costantemente. Le asana, se compiute con attenzione e con il giusto sforzo, invitano prana a fluire più liberamente attraverso il nostro sistema corpo-mente-cuore.
Il modo più sicuro per percepire lo stato di prana che ci attraversa è la consapevolezza del respiro. Ascoltandoci, capiamo se c’è stato sforzo, se ci sono agitazioni mentali o emotive, se siamo calmi. Impariamo gradualmente a muoverci senza modificare la nostra tranquillità energetica e troviamo forme di equilibrio.
Anche nella vita di tutti i giorni, piano piano, saremo in grado di percepire chiaramente i nostri stati fisici, mentali ed emotivi e ad agire nel rispetto di ciò che sentiamo. Diventiamo ciò che siamo, restiamo integri, sicuri, stabili. Impariamo a dire no a quello che ci toglie energia e a dire sì a quello che invece ci carica, a riposarci quando siamo stanchi e ad agire senza forzature. In una parola, fluiamo con la vita che siamo.
Esistono molte tecniche di respirazione che vengono utilizzate per regolare il respiro al fine di equilibrare i livelli di prana. Prima tra tutte la respirazione yogica completa, il respiro consapevole che utilizza tutti i polmoni come una brocca che si riempie e si svuota di acqua: inspirando espandiamo addome, torace, clavicole, espirando svuotiamo clavicole, torace, addome. Quando smettiamo di guidarlo e il movimento resta naturale, fluido, ritmico e bilanciato, siamo in pranayama. Puoi fare questa respirazione in ogni momento per sentirti presente, calmare la mente e stabilizzare il corpo.
La respirazione addominale, che mira ad espandere la capacità polmonare e a lavorare sull’ampiezza dei movimenti del diaframma, ci porta a uno stato di rilassamento naturale. Anche in questo caso, quando lo ripetiamo per un numero sufficiente di volte, cessa di essere un esercizio controllato, diventa naturale ed entriamo in pranayama. Puoi respirare così prima di andare a dormire o quando hai bisogno di riposarti, calmarti, curarti.
Tra le tante altre tecniche di respiro, lo scorso mese abbiamo praticato nadi shodhana, la respirazione a narice alternata. Con le dita ci aiutiamo a tappare le narici una alla volta per respirare un po’ di qua e un po’ di là, dirigendo l’energia vitale tra le due aree del cervello e stimolando la ghiandola pineale. Si inspira a destra, si espira a sinistra. Si inspira a sinistra, si espira a destra. Si inspira a destra, si espira a sinistra. E così via, fino a terminare espirando a destra. Questo produce innumerevoli benefici a livello fisico, mentale e spirituale. Di certo ci sentiremo più calmi, concentrati, equilibrati.
Quando pratichiamo le tecniche di pranayama, soprattutto le più avanzate, occorre ricordare che il respiro è una cosa seria e che occorre sempre rispettare ciò che fa stare bene il corpo. Mai forzarsi, restare nell’ascolto e progredire per gradi, lasciarsi guidare da un maestro e accettare dove siamo.
Buona pratica.
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