Samadhi, la pace infinita

Samadhi, la pace infinita

Eccoci all’apice del percorso Yoga, il punto di massima beatitudine a cui aspiriamo ogni volta che pratichiamo. Samadhi è la pace interiore, uno stato di benessere estremo che va oltre qualunque situazione concreta in cui ci troviamo.

Studiando i testi vedici ed esplorandoci con la pratica, scopriamo che questo stato estatico è accessibile a ognuno di noi in qualunque situazione. Dipende esclusivamente da noi, da ciò che abbiamo trovato dentro, da quanto riusciamo ad abbandonarci al momento presente e al fluire della vita.

Come tutte le cose belle, raggiungere l’estasi richiede un po’ di preparazione: impegno, pazienza, costanza e coraggio sono tutte qualità che ci saranno utili lungo il percorso. Non esiste una ricetta per sperimentarlo rapidamente: potremmo metterci giorni, mesi, anni, secoli e persino non arrivarci mai, ma ciò che ci interessa è sempre il cammino che conduce verso la meta.

Le indicazioni di Maharishi Patanjali ci suggeriscono di iniziare con l’applicare la pratica yoga in ogni ambito della nostra vita, così come abbiamo visto con gli Yama e i Niyama, e continuare con tutti gli altri passaggi dell’Ashtanga Yoga fino ad essere ben allenati per restare a lungo in meditazione.

Meditare ci aiuta a concentrare la mente, a stabilizzarla e a renderla più lucida, limpida, serena. Più ci abituiamo a lasciar correre i pensieri senza attaccarci ad essi, senza seguirli o alimentarli, più sperimentiamo momenti di leggerezza e di vuoto. Proprio quel vuoto su cui vogliamo concentrarci, quel vuoto che è pieno di vita, di energia, di anima.

Il passo successivo, infatti, è quello di trascendere l’ego. Alienarci da quella vocina che dice “io, io, io”, che giudica, prende tutto sul personale e che filtra e falsa la realtà che ci circonda. Così potremo vedere il mondo con gli occhi della meraviglia, accettare incondizionatamente tutto ciò che incontriamo quotidianamente e vivere illuminati dalla consapevolezza.

Meditando per un minuto al giorno e aumentando questo tempo gradualmente impariamo ad ascoltarci e a creare quello spazio che ci serve per osservare, conoscere, riconoscere. Impariamo a stare con quello che c’è dentro: emozioni, percezioni, pesantezze e libertà. Comprendiamo che tutto ci comunica qualcosa, ci aiuta a conoscere un po’ meglio la nostra missione nella vita, e tutto scorre.

Sri Yogendra, fondatore dello Yoga Institute di Mumbai, diceva: “Ti basterà sedere per cinque minuti ogni giorno alla stessa ora nello stesso luogo e raggiungerai il Samadhi.” Significa che il passo più importante è quello di dedicare le nostre forze e la nostra intenzione a un desiderio di benessere stabile, duraturo e imperturbabile, il dono più grande che possiamo fare a noi stessi.

Una volta assaggiata la pace interiore del Samadhi, la troviamo in tutte le cose, in tutti i momenti e soprattutto dentro di noi. Risiede nella meraviglia di un fiore che sboccia, nel soffio gentile del vento, nel passaggio di una nuvola nel cielo, nel sorriso gratuito di uno sconosciuto, nell’attimo in cui apriamo gli occhi al risveglio, nel calore di un respiro, in un brevissimo silenzio della mente, quando smette di pensare.

Tags:
,
No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.