03 Sep Satya, la chiarezza
Satya è il secondo principio del Raja Yoga. Dalla radice sanscrita “sat”, essere, significa ciò che esiste, cioè la verità. Per estensione, sincerità, onestà, chiarezza, con noi stessi e con gli altri. Ci incoraggia a fare attenzione al nostro rapporto con il reale e a come reagiamo a questa conoscenza. Con tutti i sensi che ci mettono in rapporto con il reale, e in particolare con la vista e con l’udito. Che cosa vediamo di ciò che ci circonda, come vediamo noi stessi. Che cosa sentiamo e quanto siamo disponibili ad ascoltare. Che cosa percepiamo, e quanto è vicino al reale.
Tutto parte da un’intenzione e la nostra ricerca yoga inizia proprio qui. L’intera pratica si basa sulla volontà di maturare una consapevolezza, di esplorare e affrontare il momento presente, così come è. Conoscere questo corpo, questa mente, questa anima, questo mondo.
Satya ci fa riflettere su come ci poniamo nei confronti del reale, fa emergere paure, rigidità e illusioni. Ci porta domande difficili, su cui vale la pena soffermarsi un po’.
Siamo davvero presenti nella nostra vita di tutti i giorni? Quanto siamo consapevoli delle situazioni così come sono? Quanto invece viviamo nelle nostre proiezioni mentali? Come ci fanno sentire le situazioni che viviamo? Siamo in grado di vederlo ed esprimerlo?
A volte facciamo fatica a vedere le cose come stanno e quindi anche a esprimerle. Le nascondiamo, le mascheriamo, ci costruiamo sopra delle storie più o meno fantasiose, che proteggiamo gelosamente. Storie che ci servono a mantenere un’immagine positiva di noi stessi, che ci fanno sembrare buoni e giusti ai nostri stessi occhi, che ci dicono che abbiamo ragione. Quanto queste storie sono vicine al reale?
Affrontare la realtà è un compito ambizioso e richiede coraggio e costanza, bisogna essere lucidi e aperti, ci vuole tanta compassione nei confronti di noi stessi e la forza di lasciar andare ogni giudizio. Per quanto la nostra mente provi a ripeterlo, giusto e sbagliato in termini assoluti non esistono, ma sono tutte valutazioni soggettive, relative. Esiste ciò che ci fa stare bene e ciò che ci fa male.
Piano piano inizieremo a vedere più limpidamente e a esprimere ciò che vediamo. Dirlo chiaramente a noi stessi e alle persone coinvolte nelle situazioni, e tradurre questa consapevolezza in azioni concrete. Così impariamo a cambiare direzione, se ci accorgiamo che ciò che vediamo non ci fa stare tranquilli, e a mantenere la rotta, quando invece sentiamo che ci porta serenità.
Come sempre, non siamo da soli. Magari può essere utile allontanarsi un po’ da una situazione per vederla più chiaramente. O magari una chiacchierata profonda e libera da condizionamenti con un amico fidato può esserci di aiuto. O forse ci basta fermarci un secondo con gli occhi chiusi e meditare finché i pensieri si placano e la mente resta lucida. In ogni situazione, troveremo la nostra strada.
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